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Mondovi Piazza
Posto sulla collina a ridosso della parte bassa del concentrico cittadino, il rione di Piazza è il più antico di Mondovì, e rappresenta sicuramente la parte più interessante da visitare: un salotto elegante che domina dall’alto tutta la città.
Anticamente era il centro nevralgico delle comunità circostanti, in quanto sede del Duomo, del Palazzo di Città e di quello del Governatore e ancora oggi Piazza è un paese nel paese, con il suo dedalo di vie e vicoli, piazze nascoste e saliscendi che conducono ad angoli suggestivi.
Fino a pochi anni fa erano a Piazza anche l’ospedale cittadino e numerose scuole, e i suoi abitanti si sono sempre sentiti un po’ separati dal resto di Mondovì, abitando in una sorta di microcosmo autonomo!
Grazie alla sua particolare conformazione Piazza permette al turista di entrare in contatto con le diverse caratteristiche del monregalese.


Sia dal punto di vista eno-gastronomico che da quello culturale, Piazza offre interessanti luoghi di scoperta, con un’offerta ricca ma lontana dal turismo di massa.
Oggi il modo migliore per cominciare una visita al rione è sicuramente quello di raggiungerlo con la funicolare, che dalla parte bassa di Mondovì in dieci minuti porta a Piazza offrendo un bel panorama di Mondovì.
È stata recentemente rinnovata dopo molti anni di inattività e un impianto moderno ha sostituito l’antico sistema funzionante ad acqua, che sfruttava la differenza di peso creata riempiendo o svuotando le carrozze.
Scesi dalla funicolare ci troviamo subito su Piazza Maggiore, il centro del rione, e da qui possiamo partire per scoprire diversi punti di interesse storico e artistico.
Alla nostra destra si presenta la Chiesa della Missione: originariamente dei gesuiti e dedicata a San Francesco Saverio, prese il suo nome quando fu affidata ai Padri Missionari di San Vincenzo Dè Paoli.
Fu edificata tra il 1665 ed il 1678 dall’architetto Giovenale Boetto, ed è nota per gli affreschi di Andrea Pozzo, pittore, architetto e trattattista tra i più influenti del periodo barocco. I dipinti sono stati recentemente restaurati e possiamo apprezzarli in tutto il loro splendore.
Dalla parte opposta della piazza troviamo la cattedrale di San Donato. è la chiesa principale di Mondovì, sede della diocesi. Il Duomo è stato progettato da Francesco Gallo nel 1739 e portato a termine da Benedetto Alfieri e Filippo Nicolis di Robilant vent’anni dopo, e si presenta con un monumentale portale ornato di statue sulla facciata in arenaria.
La cattedrale è ricca di opere d’arte risalenti anche alle precedenti chiese destinate alla diocesi. Meritano attenzione gli affreschi interni e i quadri, le sculture, il grandioso organo, il pulpito ligneo, il coro del Capitolo e la Cappella del Suffragio, vero gioiello del barocco rococò piemontese.
Dal Duomo possiamo proseguire lungo la via intitolata a Francesco Gallo e raggiungere il parco del Belvedere. Da qui è possibile avere una vista che spazia sulle vallate e montagne circostanti, sulla città e sulle Langhe.
I giardini sono collegati con dei sentieri ai parcheggi per le auto creati a ridosso della collina, in modo da poter raggiungere Piazza anche in macchina.
Alcentro dei giardini troviamo la Torre Civica, alta 29 metri e simbolo di Mondovì’, visitabile in alcuni periodi dell’anno.


I giardini ospitano anche il Parco del Tempo, che propone una storia della misurazione del tempo attraverso tre percorsi, nel parco e nella città dove sono presenti numerose meridiane.
All’interno del percorso di scoperta, merita una sosta particolare il complesso gnomonico affrescato sulla parete esterna del Tribunale (Ex Collegio dei Gesuiti) sempre nel rione Piazza.
Si tratta di un vero e proprio osservatorio astronomico con dodici meridiane affrescate probabilmente verso il 1716 dal pittore Gian Battista Rocca


Il Museo della Ceramica di Mondovì, collocato nel settecentesco Palazzo Fauzone di Germagnano, ospita l’allestimento permanente delle collezioni ceramiche distribuite nelle 17 sale dei piani nobili del Palazzo.
La produzione della ceramica ha rappresentato il fiore all’occhiello dell’artigianato monregalese dall’età napoleonica fino alla metà del ‘900, coinvolgendo anche i centri del circondario e dando vita a uno stile originale e riconoscibile.
Il museo permette di esplorare le varie fasi che questa produzione ha vissuto: un viaggio nella storia dell’artigianato italiano, entrato in crisi dopo la metà del secolo scorso.
La produzione industriale ha infatti modificato costumi e stili di vita, segnando la progressiva crisi delle fabbriche di ceramica.


Il 24 ottobre 1472, per opera del tipografo Antonio di Mattia di Anversa e con l’apporto economico del facoltoso Baldassarre Cordero, fu edito a Mondovì il primo libro stampato in Piemonte, a distanza di soli sedici anni dalla stampa della Bibbia di Gutenberg.
Mondovì era all’epoca una delle più importanti città del ducato di Savoia, e anche grazie alla presenza dell’Università iniziò una lunga tradizione nella tecnica della stampa.
L’attività tipografica monregalese godeva ancora di grande prestigio in epoca napoleonica: una stamperia di Mondovì fu incaricata di pubblicare il Journal du Département de la Stura, organo ufficiale del governo francese.
Il museo raccoglie numerose macchine per la stampa di epoche diverse e permette di sperimentare di persona le differenze tra le diverse tecniche.

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