Rifugi della Valle Maudagna
Rifugio Albergo LA BALMA (1883 m)
Località: Colla della Balma, Comune di Frabosa Soprana
Proprietà: privata
Accesso: strada sterrata da Prato Nevoso
Servizi: gestito.
Grossa costruzione dalla storia tormentata, la cui proprietà (e gestione) si è tramandata per varie generazioni fino ad oggi. Inaugurato nel 1906, ampliato nel 1918 e negli anni '30, fu incendiato due volte durante la guerra in quanto base partigiana e ricostruito nel dopoguerra.
5 - La croce in vetta al Monte Mondolè(2011)
Un veloce anello per salire sulla cima del Monte Mondolè che, nonostante la quota non particolarmente elevata, per la sua posizione isolata costituisce un ottimo balcome panoramico sulle Alpi Liguri.
A |
Da Rifugio Balma (1883 m) a: |
Dislivello |
Dislivello A/R |
Tempo |
Tempo A/R |
Distanza |
Difficoltà |
Segnavia |
|
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
B |
• |
Monte Mondolè (2382 m) |
+510 / -0 |
- |
1:30 |
- |
2620 |
E |
- |
C |
• |
Rifugio Balma (1883 m) |
+535 / -535 |
- |
2:45 |
- |
5160 |
E |
- |
Descrizione: Dal Rifugio Balma si segue la sterrata per iLaghi della Brignola per qualche decina di metri. Proprio in corrispondenza di un bivio sulla destra con un'altra sterrata (che punta in direzione del Passo Scalette) incomincia il sentiero. La salita inizia abbastanza ripida sui costoni prativi di Rocche Giardina, a fianco del tratto terminale di un impianto di risalita. Giunti al gabbiotto dell'impianto, la traccia più evidente (segnavia F3) prosegue diritta, mentre una seconda (segnavia F6), ormai quasi scomparsa, piega decisamente a destra.
La traccia di destra, che torna evidente alcune decine di metri più a monte, sarà utilizzata nel percorso di ritorno dalla vetta del Monte Mondolè.
E' preferibile effettuare la salita seguendo la traccia che prosegue diritta (segnavia F3) e che, terminata la rampa iniziale, spiana leggermente iniziando ad aggirare sulla sinistra i contrafforti del Monte Mondolè . Ben presto la salita riprende ripida e un po' scalinata, con un lunghissimo traverso che alterna tratti più ripidi ad altri meno pendenti. Lungo il percorso, presso i ruderi di un piccolo gias, si trascura la evidente diramazione di sinistra e si prosegue diritti. Quando il sentiero giunge ad una panoramica colletta prativa, si piega decisamente verso destra (N) e si sale lungo la cresta S del Monte Mondolè, ripida ma ampia, tra pietre e ciuffi d'erba (poco dopo la colletta va trascurata una traccia sulla destra). La salita, qui assai ripida, si mantiene tendenzialmente lungo il crinale: i segnavia conducono ad alcune roccette che possono essere superate (aiutandosi con le mani) o aggirate verso destra seguendo una traccia di sentiero. La croce in vetta compare poco dopo, quasi improvvisamente.
La discesa avviene lungo la dorsale di NO, seguendo inizialmente il sentiero per Artesina(segnavia F1), che scende lungo il crinale di una piccola e profonda conca di origine carsica, sul fondo della quale si trova il minuscolo Laghetto del Mondolè 2 e spesso, vista la particolare esposizione, si incontra neve anche in periodo estivo. Si scende abbastanza rapidamente, tra prati e rododendri, fin quasi a raggiungere la base della conca. Qui, poco evidente, si lascia sulla sinistra il sentiero per la Colla Bauzano e Artesina (segnavia F1) e si prosegue a destra (segnavia F6) su un altrettanto poco evidente sentierino che piega verso E. Una breve risalita conclude l'ampio anello che di fatto porta sotto la verticale della vetta ma a quota decisamente inferiore. Si prosegue ancora in discesa, attraversando una macchia di ontani verdi, prima di arrivare alcune decine di metri a monte del sentiero percorso all'andata. Non lo si raggiunge, ma ci si tiene a mezzacosta tra i rododendri, sulla sinistra di una crestina (fare attenzione in caso di terreno scivoloso: il sentiero è esile e un poco esposto). Si scende ad attraversare un secondo boschetto di ontani giungendo poi, con qualche tornante tra prati e rododendri, fino al gabbiotto dell'impianto di risalita superato all'andata. Da qui, con percorso a ritroso, si torna alla partenza dell'itinerario.
Mappa su base CTR Piemonte [?]
Accessi: Da Villanova Mondovì si prosegue per Frabosa sottana, risalendo quindi la Valle Maudagna fino a Prato Nevoso. In cima al paese si stacca sulla destra una pista sterrata (a tratti abbastanza sconnessa) per il Rifugio Balma, dove si lascia l'auto (posteggio).
Note: Il sentiero non presenta particolari difficoltà anche se risulta un po' esposto in alcuni tratti. Scarsa e poco evidente la segnaletica sia orizzontale che verticale.
La sterrata per il Rifugio Balma, aperta al traffico privato, va percorsa con un pizzico di attenzione per la propria auto.
Rifugio Bartolomeo MERLO (1875 m)
Località: Colla della Balma, Comune di Frabosa Soprana
Proprietà: ANA Villanova Mondovì
Accesso: strada sterrata da Prato Nevoso
Servizi: gestito, utilizzabile solo dai soci A.N.A. e loro famigliari.
Rifugio F.I.E. Artesina (1310 m)
Località: Artesina, Comune di Frabosa Sottana
Proprietà: F.I.E.
Accesso: Il rifugio è ubicato nel paese di Artesina.
Servizi: 36 posti letto, cucina, ampia sala da pranzo e servizi, utilizzabile solo dai soci F.I.E.
Rifugio Mettolo CASTELLINO - Oreste GASTONE (1741 m)
Località: Trucca della Tura, Comune di Frabosa Sottana
Proprietà: CAI Mondovì
Accesso: Iinerario 05.03
Servizi: 25 posti letto in camerate, acqua, illuminazione, servizi igienici, riscaldamento, apertura previo ritiro chiavi.
Inaugurato nel 1942 ed intitolato al giovane consigliere ed alpinista Mettolo Castellino morto in una sciagura in montagna, il rifugio andò distrutto poco dopo durante la guerra. Venne ricostruito nel 1951 ed ampliato nel 1967, occasione nella quale fu dedicato anche alla memoria di Oreste Gastone, Maggiore degli Alpini e amico del Castellino.
Facile escursione che, dopo aver toccato lo storico Rifugio Mettolo Castellino, segue la displuviale Ellero-Maudagna fino alla Cima Durand, eccezionale balcone panoramico sulle Alpi Liguri. La discesa avviene lungo una agevole sterrata di servizio agli impianti da sci.
A |
Da Artesina (1390 m) a: |
Dislivello |
Dislivello A/R |
Tempo |
Tempo A/R |
Distanza |
Difficoltà |
Segnavia |
|
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
B |
• |
Rifugio Castellino Gastone(1741 m) |
+351-15 |
+351 -351 |
1:15 |
2:10 |
2300 |
T |
- |
C |
• |
Cima Durand (2092 m) |
+717 / -15 |
+732 -732 |
2:30 |
4:15 |
4560 |
T |
- |
D |
• |
Colla Bauzano (1949 m) |
+717 / -158 |
- |
2:45 |
- |
5390 |
T |
- |
E |
• |
Artesina (1390 m) |
+717 / -717 |
- |
3:50 |
- |
8650 |
T |
- |
Descrizione: Poco sopra il Rifugio Artesina della F.I.E., in corrispondenza dell'ultimo tornante verso destra, si stacca sulla sinistra una strada sterrata (segnavia F4, indicazioni per Baita al Barmas) chiusa al traffico veicolare. La si imbocca e, dopo un paio di tornanti, si trascura sulla sinistra un'altra sterrata che verrà utilizzata per il ritorno. Si continua a salire tra prati e radi arbusti arrivando ad attraversare, per alcune decine di metri, un bel boschetto di faggi, oltre il quale si inconta un abbeveratoio. Si raggiunge la displuviale tra le valli Maudagna ed Ellero in loc. "La Celletta", anche nota con il toponimo forse più corretto di "La Colletta".
In questa località termina il segnavia F4, che si immette sul segnavia G2 proveniente daBaracco. La strada sterrata prosegue verso NE, mentre le tracce di una vecchia carrareccia inerbita si staccano a sinistra. Entrambi i rami si ricongiungono poco più a monte ma quello di sinistra, sebbene più ripido, è leggermente più corto e consigliato. Tornati sulla sterrata principale, al primo tornante a sinistra si trascura una diramazione inerbita sulla destra. Anche se con percorso a zig-zag, la sterrata segue essenzialmente il crinale, ora su terreno prativo punteggiato da rododendri. A quota 1715 circa si lascia la strada per seguire a sinistra un sentierino inerbito che passa a fianco di una grossa struttura metallica a campana e quindi ad un traliccio per le antenne. Attraversato un costoncino tra alcune roccette, il sentiero scende brevemente fino al Rifugio Castellino Gastone(fontana subito a valle del rifugio).
Il rifugio è in realtà ben più noto con la denominazione originale di Rifugio Mettolo Castellino.
La battaglia del dicembre 1944
Agli inizi di dicembre del 1944, volando in pieno giorno e visibili fin dalla pianura, giunti sopra il Pian della Tura un gruppo di aerei alleati paracadutarono un carico di container contenenti rifornimenti per le bande partigiane. I partigiani lavorarono per ore a recuperare i container, alcuni caduti fino ad Artesina, altri in Val Ellero, e a portarne il contenuto al Rifugio Mettolo Castellino.
L'avvenimento tuttavia non passò inosservato agli occhi dei nazifascisti: appena quattro giorni dopo le forze dell'asse iniziarono a concentrarsi in gran numero all’imbocco delle vallate. Il comandanti Cosa e Gigi diedero disposizioni per schierarsi a difesa della valle, con postazioni arroccate una all'altezza di Norea, l'altra nei pressi di Baracco. L'attacco ebbe inizio il 10 mattina ma, tra la sorpresa dei partigiani, i corazzati nemici erano fatti precedere da popolazione civile rastrellata a Roccaforte. Non potendo sparare, i partigiani di risalirono la montagna e si raggrupparono con gruppi provenienti da Prea e dalla Val Pesio, creando un'ultima linea difensiva al Seirass, alle spalle del Mondolè. Tuttavia, non potendo far cadere in mani nemiche tutto il materiale paracadutato solo qualche giorno prima, il Rifugio Mettolo Castellino venne fatto saltare con tutto tutto ciò che conteneva.
Nei giorni successivi, con marce forzate notturne, quasi tutti i componenti le bande partigiane riuscirono a forzare l'accerchiamento e a mettersi in salvo.
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Alle spalle del rifugio si torna a seguire la rotabile sterrata, qui ridotta a pista inerbita, che attraversa il pianoro pascolivo di Trucca della Tura(o Trucca della Turra) e punta in direzione di Cima Durand.
Il sentiero per Cima Durand è di fatto ormai scomparso, sostituito dalla pista carrareccia al servizio degli impianti e di una malga. Bisogna non farsi confondere da un'altro sentiero, abbastanza evidente e segnalato da tacche rosse, che da Pian della Tura si sposta verso la Valle Ellero e conduce alla "Grotta dei Partigiani".
La pista sterrata si sposta a sinistra (ad E) del doppio impianto di risalita e rimonta l'ampia china pascoliva di Costa della Tura ; tuttavia, la natura del terreno consente di rimontare per prati la Costa della Tura, seguendo di fatto l'impianto di risalita ed evitando alcune svolte della carrareccia. A q.1920 circa la pista sterrata torna sulla destra (O) dell'impianto a fune e giunge nei pressi della vicina recente malga; qui si può ancora una volta abbandonare la carrareccia e salire per prati in direzione SSO. Ritrovata la carrareccia, intorno a q.2000, se ne percorrono le ultime svolte fino alla poco marcata selletta posta tra la Cima Durand (a destra) e l'arrotondata elevazione ove si trova l'arrivo dell'impianto da sci (a sinistra). Dalla selletta si piega a destra e, tra rododendri e qualche roccetta, si raggiunge in pochi minuti laCima Durand
Ridiscesi alla selletta, si scende il ripido pendio prativo verso ESE fino alla sottostanteColla Bauzano ove si trovano uno skilift, la stazione a monte di una seggiovia ed un abbeveratoio con fontana. Ad est del punto di massima depressione è posizionata una lapide in memoria di Franco Cavarero e, poco oltre, si trova la Sella Bauzano, edificio rurale seminterrato.
Il piccolo valico è un vero crocevia: proseguendo diritti (segnavia F1) si sale al Monte Mondolè; a destra (verso SE) il segnavia G11 conduce alla Colletta Seirasso mentre sempre a destra (ma verso S) il segnavia G2 prosegue per la Colla Rossa e Ponte Ciappa.
Colla Bauzano è raggiunta anche da una carrareccia sterrata (segnavia F1) che ne discende il versante settentrionale in direzione di Artesina. Seguendo la carrareccia (la prima ampia svolta si può evitare scendendo per prati lungo una pista da sci), si passa nei pressi del Gias Madonna (statua della Madonna posta su un grosso masso) e si giunge ad una biforcazione a q.1660 circa. Trascurato il ramo di destra per la Sella Pogliola (segnavia F1), si svolta a sinistra continuando sulla rotabile che, dopo alcune svolte e dopo aver attraversato un piccolo rio, traversa in discesa e termina sulla più ampia sterrata percorsa all'andata, in corrispondenza del primo bivio incontrato durante la salita. Proseguendo a destra in discesa per poche decine di metri si torna al punto di partenza dell'itinerario.
Mappa su base CTR Piemonte [?]
Accessi: Da Villanova Mondovì si prosegue per Frabosa sott. risalendo quindi la Valle Maudagna fino ad Artesina. Ad Artesina si raggiungono gli ultimi condomìni in alto sulla destra del paese, lasciando l'auto poche decine di metri prima del termine della strada.