Valle Colla
Rifugio CERESOLE (1524 m)
Località: Gias Ceresole
Proprietà: Comune di Boves
Accesso: Dall'area attrezzata del Buscaiè (1:35 ore, diff. E)
Servizi: 8 posti letto, acqua, stufa a legna, illuminazione fotovoltaica, stoviglie, apertura previo ritiro chiavi.
Il rifugio è stato costruito dal Comune di Boves nel 2008 ed inaugurato nell'ottobre dello stesso anno. Dal 2011, al termine di piccoli interventi, è diventato completamente agibile.
Per questa escursione, che non presenta alcuna difficoltà, sono partito da Via Monviso cioè la prima deviazione che si incontra sulla destra di Via Roncaia (la strada che porta alla Madonna dei Boschi di Boves). Il percorso risale inizialmente tutta la collina boschiva fino al Prato del Soglio, poi prosegue rimanengo per un lungo tratto sul versante Bovesano. Oltre i tralicci dell’alta tensione si mantiene appena al di sotto della cresta divisoria, sconfinando un paio di volte in Valle Vermenagna, fino al raggiungimento del passo.
Mi trovo all’inizio di Via Monviso nel momento in cui al campanile dei Cerati rintoccano le ore 8:00. Inforco la carreggiata denominata “via dei Gigutin Soprani” (palina segnaletica). Passando accanto ad alcune villette di nuova costruzione proseguo nei boschi di castagni costeggiando alcune prese d’acqua. Dopo la terza, ad un bivio, tengo la sinistra (palina). La salita si impenna entrando all’interno di un avvallamento naturale. Dopo qualche curva ed un piccolo rettilineo, nei pressi di un muretto di pietre trascuro la via pianeggiante a sinistra che conduce alla borgata dei Gigutin Sottani (738 m, palina segnaletica) per proseguire su quella di destra con maggiore decisione.
La strada, poco oltre, si affaccia sulla radura dei Gigutin sottani e dopo un lungo tratto nel bosco raggiunge, al fondo, un curvone verso destra e più avanti un tornante a sinistra. Altre curve mi portano poi a sbordare nella valletta successiva dove si intravedono, tra gli alberi, le vecchie case diroccate dei Gigutin Soprani (905 m – palina segnaletica).
La stradina prosegue nel vallone, alta rispetto alle case sottostanti, costeggiando boschi di castagno ormai in disuso quindi, dopo quattrocento metri circa, vira a sinistra con pendenza più sostenuta. Più avanti, superato un varco, piega nuovamente verso destra proseguendo per lungo tratto in leggera salita. Superato un secondo varco si perviene ad una radura ombrosa, dal cui fianco scoperto si intravede parte della pianura bovesana. Si sale ancora un’ultima corta rampa che porta ad affacciarsi sulla Costa Rosbella.
La strada proseguirebbe in leggera discesa, costeggiando un vecchio rottame di skilift, per poi incrociare quella che da Rosbella sale al Prato del Soglio. Scegliendo invece la scorciatoia in leggera salita sulla destra, raggiungo poco dopo un casotto che è situato sul margine inferiore del Prato del Soglio. Il prato, che offre una magnifica visuale sulla Bisalta, ospita nella parte più alta una bella baita con tetto in paglia, adagiata sul crinale che si affaccia su Robilante. Da questo punto si possono avere ottimi scorci panoramici sul Monte Bussaia e la Rocca d’Orel oltre che sul lontano Monviso. Dietro alla baita sale la strada che arriva dal Malandrè.
La strada che arriva dal Malandrè
Girando verso sinistra (sud) si risale un corto tratto che porta ad un quadrivio, dove si ritrova la strada che porta verso il Passo di Ceresole (cartello). Seguo ora la sterrata che procede con qualche stretto tornante passando alla base del Becco del Corno (1342) in direzione sud e transitando, più avanti, nei pressi di un cippo con croce in ferro che ricorda il luogo esatto dove sono stati fucilati, nell’ultimo conflitto mondiale, alcuni abitanti del Malandrè. Dopo aver superato una vasca con fontana e, più in là, essere passato alla base della Cima di Francia (1421 m) svolto verso destra nel Vallone Francia
La strada che conduce al vallone di Francia
Tratto tra le betulle poco prima dei tralicci dell’alta tensione
La visuale si amplia verso la parte alta del percorso da intraprendere. Seguo la rotabile che si porta appena sotto la base dei tralicci dell’alta tensione. Un nuovo tratto di strada carrozzabile è stato da qui completato in questi ultimi tempi e procede ancora per un buon tratto nella direzione del Passo. La seguo per un bel pò, fino a quando inizia la discesa in direzione di Tetto Ronchi. Prestando un pò di attenzione, sulla destra parte un sentiero ben marcato da tacche bianco/rosse. Seguendole arrivo ad un primo cartello che indica le due direzioni opposte. Poco più avanti trovo un secondo cartello che non aggiunge suggerimenti importanti.
Mantenendomi costantemente sul versante Val Colla, supero la Punta Tre Confini (1483 m) ed attraverso, poco dopo, una breve radura. Alcuni boschi di faggi si intrappongono tra la radura e le Rocce Baila, spuntoni di roccia che dalle nostre parti vengono anche chiamate “Dodici Apostoli”. Più avanti una deviazione facoltativa (indicazioni) mi conduce ad un punto panoramico sulla Val Colla denominato “Casino Guardie del Parco” (1562 m).
Il sentiero che conduce al Casino delle Guardie
Panorama dal Casino delle Guardie verso il tratto già percorso
Qualche centinaio di metri dopo raggiungo il cartello segnaletico di due sentieri alternativi che vanno al Passo di Ceresole aggirando la Punta Gutzard (1678 m). A sinistra, un percorso più tortuoso raggiunge il passo passando prima dallaFonte della Morta (1560 m); a destra un sentiero più veloce va ad aggirare la Punta piombando direttamente sul Passo.
Scelgo il percorso di sinistra perchè voglio vedere dov’è ubicata la Fonte Morta. Il sentiero mi porta ad aggirare un costone scosceso, poi con qualche sali-scendi raggiungo la fonte che trovo ghiacciata. Risalgo dalla parte opposta seguendo un sentierino che conduce nella conca del Rifugio. Tenendomi poi verso destra un ultimo ripido tratto mi porta direttamente al Passo di Ceresole.
Dal Passo di Ceresole
Lo spuntone di roccia più a destra è la Punta Gutzard
Sono le 10:55. Oggi c’è un pò di vento freddo che soffia da nord-ovest, per cui mi sposto a cercare riparo attorno alla baracca in pietra del pastore, dove mi fermo un momento per scaldarmi con un ottimo the bollente. Nel frattempo vedo scendere un ragazzo che proviene dal Bric Costa Rossa. Anche lui si lamenta per il ventaccio furioso trovato in cresta.